venerdì 17 agosto 2012

L'asilo per Assange

Da oggi a Julian Assange è stato garantito l'asilo dall'Ecuador.
La concessione dell'asilo da parte di un paese Sudamericano non è sempre garanzia di vittoria per la giustizia e il diritto internazionale. Noi italiani ne sappiamo qualcosa per quello concesso a Battisti in Brasile.
Però in questo caso c'è qualcosa di differente, a mio avviso.
La Svezia ha certamente tutto il diritto, e anche il dovere, di perseguire chi è accusato di un crimine odioso come la violenza sessuale. Che sarebbe anche doppia.
Ma in questo caso si è veramente comportata nel modo migliore per garantire giustizia alle sue due cittadine che si sono rivolte al suo sistema giudiziario per avere giustizia?
Direi assolutamente no. Innanzitutto non ha mai chiesto di interrogare Assange quando era in custodia delle autorità inglesi.
E quando questi era già rifugiato presso l'ambasciata ecuadoregna ha rifiutato di interrogarlo in quella sede, nonstante l'esplicita offerta da parte delle autorità di quel paese e la disponibilità di Assange.
Quando poi ha ricevuto l'offerta di consegnare Assange a fronte dell'impegno a non estradarlo negli Stati Uniti ha preferito rifiutare.
Con questo comportamento ha danneggiato due sue cittadine che chiedevano giustizia. Dimostrando così che non era quello l'obiettivo.
Anzi avvallando così le ipotesi che tali accuse fossero unicamente strumentali ad ottenere di avere Assange sul proprio territorio per poi accettare di estradarlo negli Stati Uniti.
Dove il trattamento poco rispettoso dei diritti di difesa e ad un giusto e rapido processo riservato a Bradley Manning lasciano pochi dubbi su come sarebbe trattato Assange.
Sembra di assistere ad uno strano rovesciamento di fronti. La trasparentissima Svezia che accusa un paladino della trasparenza governativa in modo opaco e decisamente poco attento alle esigenze di giustizia dei propri cittadini.
Gli Stati Uniti, esportatori di democrazia a costo di imporla con le armi, che diventano pazzi contro chi in fondo fa quello che tutti dovrebbero fare per mantenere sana la democrazia stessa, ossia richiedere trasparenza assoluta negli atti pubblici. E' vero, con Guantanamo hanno già dimostrato di non essere uno stato di diritto, ma si spera sempre nel miglioramento, non nella regressione.
E uno stato sudamericano, più noto di recente per la rivolta dei poliziotti che per uno specchiato pedegree sui diritti umani che fà la morale a tutti.
Bisogna ancora vedere come andrà a finire, in fondo Assange deve uscire dall'ambasciata per poter andare in Ecuador, e gli inglesi hanno sichiarato che non lo lascieranno mai andare.
Però mai mi sarei aspettato che l'Ecuador potesse sopravanzare la Svezia.
E' insieme preoccupante e stimolante.

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